giovedì 8 gennaio 2009

Rassegna stampa

Oggi, con grosso nostro stupore e senza alcun preavviso, ci siamo ritrovati in terza pagina del periodico alessandrino "Il Piccolo". Eccolo:


mercoledì 7 gennaio 2009

Istanbul, Bisanzio o Costantinopoli...

Comunque la vogliamo chiamare, qualsiasi sia il periodo storico a cui ci riferiamo Istanbul rimane una delle cittá piú affascinati e ricche di storia e di cultura del mondo. Erede dell'impero Romano e del mondo ellenico é stata una delle capitali culturali del mondo occidentale per quasi 700 anni, per altrettanti lo é poi stata dell'impero ottomano.
Difficile trovare oggi una realtá tanto cosmopolita, un incrocio tra il mondo occidentare e quello orientale, negozi e locali alla mode, servizi pubblici moderni, chiese e moschee una di fronte all'altra. Solo 3 giorni purtroppo sono veramente pochi per capire tanta bellezza e tanta complessitá, ma comunque sono abbastanza per rimanere affascinati dai monumenti imponenti, ricordo dell'antico splendore, dai bazaar, forse troppo turistici ma comunque divertenti e sopratutto dai mille odori e colori che caratterizzano la parte vecchia della cittá.


Ci si puó perdere una giornata all'interno del piú grande souq del mondo, pieno di cianfrusaglie e imitazioni delle piú famose marche occidentali, intenti in infinite contrattazioni tra un the alla menta e l'altro. Oppure ci si puó rilassare in uno dei mille caffé che si affacciano sul bosforo, affascinati da una cittá costruita a cavallo di Europa e Asia. In ogni angolo si possono riconoscere i segni dell'antica civiltá Romana, terme, acquedotti e l'impressionante cisterna sotterranea, sorretta da centinaia di colonne.


I tesori del Topkapi riportano alla memoria l'incredibile ricchezza dei governanti Ottomani,un opulenza che anche oggi é difficile immaginare, diamanti grossi come mele e troni d'oro zecchino, costruiti per essere utilizzati anche una sola volta, ma utili a ricordare ai dignitari stranieri la potenza di una cittá dalle mille e una notte.
E mentra cala la sera, il richiamo del muezin dai minareti della cittá ci ricorda che Istanbul é una cittá in cui convivono cristiani, ebrei e musulmani, una cittá calda, sempre sul filo del rasoio con innumerevoli posti di blocco e gendarmi armati, ma anche una cittá che cerca di costruire un equilibrio tra le diverse culture che la compongono. Sicuramente non é facile ma forse da qui si puó partire per costruire qualcosa di buone, dove non sia l'appartenenza ad un gruppo religioso a dividere le persone. Un giorno, non molto lontano questa cittá fará parte dell'Europa, e tutti noi dovremo fare i conti con la sua storia e la sua importanza.

lunedì 15 dicembre 2008

Destinazione Istanbul

Ogni tanto il triumvirato si divide e una piccola parte di esso parte per un nuovo viaggio, una nuova avventura. Non importa se vicino o lontano, se per anni o solo per pochi giorni. L'importante é viaggiare, conoscere il nuovo e confrontarsi con esso. Nei prossimi tre giorni quindi 1/3 di triumvirato andrá ad Istanbul, cittá millenaria, crocevia tra Oriente e Occidente, una cittá piena di fascino e cultura, un luogo da cui é stato governato il mondo allora conoscuto in epoche diverse e da popolazioni diverse. Ultimo balurado dell'impero Romano e cittá dalle Mille e una notte sotto il controllo Ottomano. I racconti e le foto che come sempre scandiranno i prossimo giorni, magari faranno sentire anche gli altri 2/3 del triumvirato piú vicini a questa cittá e queste atmosfere.

lunedì 13 ottobre 2008

Bellinzago

11 Ottobre 2008. Ci si ritrova (quasi) tutti a Bellinzago, il paese di Sonia. Alla fine saremo circa la metá. Claudio suona a Piacenza, Stefania é giá tornata in Kenya, Antonella non puó essere dei nostri, Giusy e Piero abitano in Sicilia. Peró é l'ultima occasione per rivedersi e salutare Sonia, che via Parigi raggiungerá il Sud America tra pochi giorni.
La giornata é calda, dopo una punta d'inverno anticipata, questa prima metá di ottobre ci regala gli ultimi ricordi d'estate. Io e Mex siamo i primi ad arrivare a Bellinzago. Conosiamo cosí i genitori di Sonia. Scopriamo che la parlantina é di famiglia, o almeno di parte paterna.
Poco dopo arrivando Ale e Andrea, andiamo tutti insieme a visitare Badia, un piccolo borgo medioevale e pochi chilometri da Bellinzago. Si respira l'aria dell'autunno, ma la luce soffusa del sole morente regala un aria particolare al posto. Siamo forse gli unici visitatori. A parte i gatti che ci guardano con aria interrogativa prima di scappare ai nostri passi, non vediamo anima viva. Solo una simpatica signora esce dalla propria abitazione e ci racconta un pó di storia del borgo.
É quasi buio ormai, stanno per arrivare anche Francesco e Valeria ed é ora di tornare a casa per il rito del taglio dei capelli di Sonia. Nessuno sa perché, a qualcuno non interessa, altri sono stufi di chiederlo...ma Sonia vuole essere rapata a zero. Purtroppo la barbiera di fiducia é malata e cosí tocca ad Andrea improvvisarsi barbiere e procedere al taglio. Sembra quasi di assistere ad un rito sciamanico: Sonia in mezzo a noi a tagliarsi e farsi tagliare i capelli con le forbici prima di passare alla rasatura a macchinetta. Un modo originale per socchiudere una porta (Kenya) e aprirne un'altra (Sud America) con il botto.


Alla fine, in clamoroso ritardo raggiungiamo finalmente l'ACLI di Bellinzago dove si svolgerá la festicciola. Si ordinano le pizze, si aprono le bottiglie di vino e si mette su un pó di musica. La serata scorrerá cosí, tra partite di biliardo, di calcetto e un sacco di bicchieri di vino, fino ad un clamoroso giro tondo nella piazza di Bellinzago tra amici, conoscenti e perfetti sconosciuti. Poi di nuovo a casa dove regna il disordine piú totale, sopratutto sul tavolo della cucina. Tra cavi di alimentazione di chissá cosa, iPod sparsi a caso, qualche bicchiere vuoto e schede di memoria. Quando arriviamo, anche noi appoggiamo lí le nostre cose. Macchine fotografiche, cellulari, mazzi di chiavi e vestiario. Dopo poco si respira l'aria del Tamarindo. Guardando la superfice del tavolo completamente coperta da ogni sorta di oggetto tecnologico e non é inevitabile ripensare al caos che regnava giornalmente sul tavolo del tamarindo. Lí in cucina,tutti insieme quasi alle prime luci del mattino, distrutti dalla stanchezza e ancora di piú dal vino bevuto durante la serata, respiriamo per l'ultima volta la magia del Kenya, delle serata passate a fare niente ma cosí piene di ricordi ed emozioni.
Ognuno alla fine cerca il proprio rifugio di fortuna per passare le poche ore di sonno concessegli. Pochi fortunati useranno un letto, qualcuno i divani, altri la sdraio.
La mattina successiva per la casa si vedono vagare solo facce assonate e affamate. Sonia ci abbandona a casa sua per una festa di famiglia. Dopo aver ascoltato un pó di vecchi dischi (ah! il fascino del vinile!) decidiamo che sia ora di andare a mangiare, ma naturalmente non abbiamo nessuna idea, poca voglia di spendere soldi e ancora meno di sbatterci alla ricerca di qualche locale.
Optiamo per la soluzione piú semplice, imbucarci alla festa di famiglia e scroccare quanto piú possibile. Naturalmente prima telefoniamo per avvertire del nostro arrivo e assicurarci ci sia qualcosa da mangiare.
Vaniamo accolti da una simpatica combricola. Tutti si dimostrano simpatici e un pó chiaccheroni. Ci viene offerta pizza, focaccia, birra e la torta per i 50 anni di zia Anna (ormai ci sentiamo di famiglia). La giornata in campagna scorre veloce, tra 4 chicchere con gli zii, interminabili spiegazioni sulla strada del ritorno e una gita tra i prati e i boschi di Bellinzago. Tutto si conclude con i saluti di rito, baci, abbracci e la promessa di non perdersi di vista.



Un pó sembra finire un'avventura iniziata alcuni mesi fa e che ci siamo portati dentro per tutto questo tempo. Ora forse é ora di pensare alla prossima, cosa fare e dove andare.

lunedì 15 settembre 2008

Un mese fa oggi

Cosa ci rimane un mese dopo? Sembra passato molto piú tempo ed invece solo 30 giorni fa eravamo sul volo che ci avrebbe portato a Nairobi, ignari di ció che avremmo vissuto, senza un'idea precisa dei posti che avremmo visto e la gente che avremmo conosciuto.
Oggi la normalitá ha ripreso il sopravvento su tutto, i ricordi sbiadiscono, rimangono solo una manciata di foto e quella sensazione di vuoto che difficilmente riusciremo a colmare.
Qualcosa di Matiri peró é venuto via con noi, insieme alle emozioni abbiamo portato a casa nuove amicizie, rapporti nati anche per caso, nei pochi giorni vissuti insieme. Amici vicini e lontani con cui magari nascerá un amicizia capace di durare negli anni.
E poi abbiamo portato a casa la voglia di riprovarci, di ripetere questa fantastica esperienza, magari di tornare a Matiri, magari di andare in un altro posto. Ma dovunque verremo portati dal caso o dal destino, porteremo sempre con noi quella voglia di vivere e di sorridere che abbiamo imparato a leggere nei volti degli abitanti di Matiri.

sabato 6 settembre 2008

Momenti

Ricordi da Matiri, una settimana dopo...






domenica 31 agosto 2008

Nuovamente a casa

Siamo tornati a casa. Il viaggio é stato piacevole ma malinconico. Ognuno era assorto un pó dai suoi pensieri. Tutto é stato troppo veloce. Mi sembra ieri che aprivo questo blog con il suo primo messaggio di speranza ed euforia per questa nuova avventura, e oggi mi ritrovo al punto di partenza a chiudere una pagina importante della nostra vita. Siamo amici da tanto tempo, insieme abbiamo condiviso i momenti belli e importanti delle nostre vite, storie comuni ma piene di passione. In queste due settimane abbiamo vissuto tante emozioni contrastanti che hanno cementato ancora di piú la nostra amicizia. Probabilmente passerá del tempo (quanto non possiamo saperlo) prima che su questo blog qualcuno scriva ancora righe piene di passione come quella che sentiamo ancora addosso, un pezzo di Matiri é venuto via con noi. Quello che abbiamo fatto, dovrá peró essere solo il primo mattone posato su qualcosa di importante, da ripetere e continuare. Questo é il mio augurio per il futuro.

Grazie.

Teo