lunedì 15 dicembre 2008

Destinazione Istanbul

Ogni tanto il triumvirato si divide e una piccola parte di esso parte per un nuovo viaggio, una nuova avventura. Non importa se vicino o lontano, se per anni o solo per pochi giorni. L'importante é viaggiare, conoscere il nuovo e confrontarsi con esso. Nei prossimi tre giorni quindi 1/3 di triumvirato andrá ad Istanbul, cittá millenaria, crocevia tra Oriente e Occidente, una cittá piena di fascino e cultura, un luogo da cui é stato governato il mondo allora conoscuto in epoche diverse e da popolazioni diverse. Ultimo balurado dell'impero Romano e cittá dalle Mille e una notte sotto il controllo Ottomano. I racconti e le foto che come sempre scandiranno i prossimo giorni, magari faranno sentire anche gli altri 2/3 del triumvirato piú vicini a questa cittá e queste atmosfere.

lunedì 13 ottobre 2008

Bellinzago

11 Ottobre 2008. Ci si ritrova (quasi) tutti a Bellinzago, il paese di Sonia. Alla fine saremo circa la metá. Claudio suona a Piacenza, Stefania é giá tornata in Kenya, Antonella non puó essere dei nostri, Giusy e Piero abitano in Sicilia. Peró é l'ultima occasione per rivedersi e salutare Sonia, che via Parigi raggiungerá il Sud America tra pochi giorni.
La giornata é calda, dopo una punta d'inverno anticipata, questa prima metá di ottobre ci regala gli ultimi ricordi d'estate. Io e Mex siamo i primi ad arrivare a Bellinzago. Conosiamo cosí i genitori di Sonia. Scopriamo che la parlantina é di famiglia, o almeno di parte paterna.
Poco dopo arrivando Ale e Andrea, andiamo tutti insieme a visitare Badia, un piccolo borgo medioevale e pochi chilometri da Bellinzago. Si respira l'aria dell'autunno, ma la luce soffusa del sole morente regala un aria particolare al posto. Siamo forse gli unici visitatori. A parte i gatti che ci guardano con aria interrogativa prima di scappare ai nostri passi, non vediamo anima viva. Solo una simpatica signora esce dalla propria abitazione e ci racconta un pó di storia del borgo.
É quasi buio ormai, stanno per arrivare anche Francesco e Valeria ed é ora di tornare a casa per il rito del taglio dei capelli di Sonia. Nessuno sa perché, a qualcuno non interessa, altri sono stufi di chiederlo...ma Sonia vuole essere rapata a zero. Purtroppo la barbiera di fiducia é malata e cosí tocca ad Andrea improvvisarsi barbiere e procedere al taglio. Sembra quasi di assistere ad un rito sciamanico: Sonia in mezzo a noi a tagliarsi e farsi tagliare i capelli con le forbici prima di passare alla rasatura a macchinetta. Un modo originale per socchiudere una porta (Kenya) e aprirne un'altra (Sud America) con il botto.


Alla fine, in clamoroso ritardo raggiungiamo finalmente l'ACLI di Bellinzago dove si svolgerá la festicciola. Si ordinano le pizze, si aprono le bottiglie di vino e si mette su un pó di musica. La serata scorrerá cosí, tra partite di biliardo, di calcetto e un sacco di bicchieri di vino, fino ad un clamoroso giro tondo nella piazza di Bellinzago tra amici, conoscenti e perfetti sconosciuti. Poi di nuovo a casa dove regna il disordine piú totale, sopratutto sul tavolo della cucina. Tra cavi di alimentazione di chissá cosa, iPod sparsi a caso, qualche bicchiere vuoto e schede di memoria. Quando arriviamo, anche noi appoggiamo lí le nostre cose. Macchine fotografiche, cellulari, mazzi di chiavi e vestiario. Dopo poco si respira l'aria del Tamarindo. Guardando la superfice del tavolo completamente coperta da ogni sorta di oggetto tecnologico e non é inevitabile ripensare al caos che regnava giornalmente sul tavolo del tamarindo. Lí in cucina,tutti insieme quasi alle prime luci del mattino, distrutti dalla stanchezza e ancora di piú dal vino bevuto durante la serata, respiriamo per l'ultima volta la magia del Kenya, delle serata passate a fare niente ma cosí piene di ricordi ed emozioni.
Ognuno alla fine cerca il proprio rifugio di fortuna per passare le poche ore di sonno concessegli. Pochi fortunati useranno un letto, qualcuno i divani, altri la sdraio.
La mattina successiva per la casa si vedono vagare solo facce assonate e affamate. Sonia ci abbandona a casa sua per una festa di famiglia. Dopo aver ascoltato un pó di vecchi dischi (ah! il fascino del vinile!) decidiamo che sia ora di andare a mangiare, ma naturalmente non abbiamo nessuna idea, poca voglia di spendere soldi e ancora meno di sbatterci alla ricerca di qualche locale.
Optiamo per la soluzione piú semplice, imbucarci alla festa di famiglia e scroccare quanto piú possibile. Naturalmente prima telefoniamo per avvertire del nostro arrivo e assicurarci ci sia qualcosa da mangiare.
Vaniamo accolti da una simpatica combricola. Tutti si dimostrano simpatici e un pó chiaccheroni. Ci viene offerta pizza, focaccia, birra e la torta per i 50 anni di zia Anna (ormai ci sentiamo di famiglia). La giornata in campagna scorre veloce, tra 4 chicchere con gli zii, interminabili spiegazioni sulla strada del ritorno e una gita tra i prati e i boschi di Bellinzago. Tutto si conclude con i saluti di rito, baci, abbracci e la promessa di non perdersi di vista.



Un pó sembra finire un'avventura iniziata alcuni mesi fa e che ci siamo portati dentro per tutto questo tempo. Ora forse é ora di pensare alla prossima, cosa fare e dove andare.

lunedì 15 settembre 2008

Un mese fa oggi

Cosa ci rimane un mese dopo? Sembra passato molto piú tempo ed invece solo 30 giorni fa eravamo sul volo che ci avrebbe portato a Nairobi, ignari di ció che avremmo vissuto, senza un'idea precisa dei posti che avremmo visto e la gente che avremmo conosciuto.
Oggi la normalitá ha ripreso il sopravvento su tutto, i ricordi sbiadiscono, rimangono solo una manciata di foto e quella sensazione di vuoto che difficilmente riusciremo a colmare.
Qualcosa di Matiri peró é venuto via con noi, insieme alle emozioni abbiamo portato a casa nuove amicizie, rapporti nati anche per caso, nei pochi giorni vissuti insieme. Amici vicini e lontani con cui magari nascerá un amicizia capace di durare negli anni.
E poi abbiamo portato a casa la voglia di riprovarci, di ripetere questa fantastica esperienza, magari di tornare a Matiri, magari di andare in un altro posto. Ma dovunque verremo portati dal caso o dal destino, porteremo sempre con noi quella voglia di vivere e di sorridere che abbiamo imparato a leggere nei volti degli abitanti di Matiri.

sabato 6 settembre 2008

Momenti

Ricordi da Matiri, una settimana dopo...






domenica 31 agosto 2008

Nuovamente a casa

Siamo tornati a casa. Il viaggio é stato piacevole ma malinconico. Ognuno era assorto un pó dai suoi pensieri. Tutto é stato troppo veloce. Mi sembra ieri che aprivo questo blog con il suo primo messaggio di speranza ed euforia per questa nuova avventura, e oggi mi ritrovo al punto di partenza a chiudere una pagina importante della nostra vita. Siamo amici da tanto tempo, insieme abbiamo condiviso i momenti belli e importanti delle nostre vite, storie comuni ma piene di passione. In queste due settimane abbiamo vissuto tante emozioni contrastanti che hanno cementato ancora di piú la nostra amicizia. Probabilmente passerá del tempo (quanto non possiamo saperlo) prima che su questo blog qualcuno scriva ancora righe piene di passione come quella che sentiamo ancora addosso, un pezzo di Matiri é venuto via con noi. Quello che abbiamo fatto, dovrá peró essere solo il primo mattone posato su qualcosa di importante, da ripetere e continuare. Questo é il mio augurio per il futuro.

Grazie.

Teo

venerdì 29 agosto 2008

Ultimo giorno a Matiri

E cosí siamo quasi giunti alla fine. Le righe che state leggendo potrebbero essere le ultime scritte qui da Matiri. Domani mattina un'ambulanza ci porterá a Nairobi dove trascorreremo le ultime ore di soggiorno in Kenya accompagnati a zonzo da Kithinji. Probabilmente sbrigheremo le ultime pratiche da turisti, qualche regalo per mogli/fidanzate/sorelle/amiche/mamme (a seconda della disponibilitá femminile dei componenti del trio) e poi rientreremo in Italia.
Ognuno di noi qui ha seguito un proprio percorso e vissuto le proprie esperienze, alcune in comune, atre profondamente personali. Avremo tutto il tempo per capire che cosa portiamo via da qui e che cosa invece lasciamo.
Oggi é il momento di tirare le prime somme dell'esperienza vissuta qui, di ringraziare tutti quelli che ci hanno accompagnato in questa piccola avventura.
Prima peró vogliamo condividere con tutti quelli che ci hanno seguito finora le prime sensazioni che abbiamo provato arrivando qui. Un piccolo estratto dei 43 km sterrati che collegano Chuka a Matiri, e che, naturalmente, sono arrivati dopo 3 ore e mezza di paura sulla strada asfaltata che collega Nairobi a Chuka.



In ordine chiaramente sparso (per prevenire l'eventuale egocentrismo di qualcuno) non possiamo non iniziare a salutare Sonia, una molla sempre carica (a volte troppo), sempre pronta a correre/fare/organizzare. Difficile starle dietro, ma sempre pronta a farti scoprire cose nuove e sorprendenti, con quei gesti infantili e innocenti che non possono non strappare almeno un sorriso. Poi c'era (c'é ancora qui, ma non ci saremo piú noi), Stefania, la direttrice dell'ospedale, impegnata a tenere a bada questa gabbia di matti, cercando di far funzionare il funzionabile. Ci mancheranno le partite a biliardo con lei e il caffé giá zuccherato e mescolato che ci serviva tutte le sere. The least but not last, Ale, il nostro coordinatore/capo e fornitore di cartine e tabacco con cui abbiamo lavorato qui e con cui speriamo di lavorare ancora, qui o lá nel mondo!
I ragazzi che ci hanno preceduto e con cui purtroppo abbiamo avuto solo pochi giorni per condividere tutto questo. Pochi ma bellissimi giorni, coronati nel momorabile 5 a 5 tra Italia e Kenya sulla terra rossa della missione. Grazie allora a Mattia, Antonella, Andrea, Piero e Giusy.
Un saluto speciale ad Ivanohe (Ivana) e Olivia (Antonia), due signore che hanno dedicato tanti anni della loro vita ad aiutare qualcuno qui in Africa. Due signore di mezza etá particolari, ma qui di normale abbiamo trovato poco, ma simpatiche, sincere e sempre pronte ad imbandire la tavola con qualsiasi cosa fosse commestibile.
Tutto lo staff, le persone che erano qui, di cui ci é impossibile ricordare tutti i nomi ma di cui non dimenticheremo mai i volti, gli sguardi e le risate nelle ventose serate passate sotto la tettoia del tamarindo.
Grazie a tutti i bambini che abbiamo incontrato, alla loro capacitá di sorridere ad una vita tanto difficile. Lo sguardo fiero delle persone che abbiamo incontrato qui non lo dimenticheremo mai.


p.s. la foto continua la tradizione....
Il Cairo 2007
Barcellona 2007


Missione compiuta bis

Prima della partenza abbiamo raccolto un po' di soldi da amici/parenti/colleghi da devolvere all'ospedale che ci sta ospitando. In tutto abbiamo raccolto ben 770 euro che serviranno a pagare delle operazioni al cuore di due bambine di Matiri.


Grazie a tutti!

La giornata tipo per immagini


Penso che il modo migliore di descrivere quale è stata la nostra giornata tipo qua a Matiri sia per immagini. Tutto comincia con la sveglia di Mex delle ore 8. Il primo a svegliarsi è Teo anche perche' per lui la strada dal letto al bagno e dal bagno al tavolo della colazione è pieno di insidie.

Per colazione non manca nulla: biscotti, pane, marmellate, the', caffe', latte, vento fresco e formiche grosse come un pollice.







Dalle 9 in poi, il triunvirato a testa china fino alle 13 programma in Java/bash script, risponde alle mail dei fan ma sopratutto ci si distrae spesso: paesaggio, galline, mucche e indigeni assortiti interropono spesso e piacevolmente la giornata.


Il pranzo è un bel momento conviaviale: in cucina non manca niente per prepare da mangiare.


Spesso a pranzo si serve sua maestà la pasta e le cuoche, come traspare dalle foto, ci mettono l'ingrediente segreto: la passione per la cucina italiana che a migliaia di chilometri di distanza si apprezza meglio.


Alle 14, dopo l'immancabile caffe' in moka servito da Stefania, si riprende a lavorare fino verso le 17. Ora in cui il triumvirato smette i panni dei programmatori per vestire pantaloncini e maglietta: è il momento della partita a calcio con i ragazzi della Mission.

Ed ogni volta è una bella emozione: quando arriviamo non c'è praticamente nessuno nel lungo cortile impolverato. Poi comicia a far capolino qualche testino rasato che ci corre in contro con un sorriso che non riusciremo mai a dimenticare. Si giochicchia con i più piccoli: pallone ma anche tante rincorse e "abbracci volanti". Tempo 10 minuti ed il cortile si riempe: fischio di inizio!



Il tramonto segna il fischio di fine partita. Si torna a casa: doccia (in cui si toglie solo il grosso dello sporco), cena, lavaggio dei piatti se di turno.


E alla sera di solito è il momento di battere sulla tastiera le esperienze e le emozioni del giorno.


Missione compiuta ... o quasi!

Oggi, ultimo giorno in Matiri (sigh!). Abbiamo messo a punto gli ultimi problemi aperti del codice di OpenHospital. Installato e configurato il tutto in un computer donato dal banco informatico (se avete pc o componenti hardware vecchi ma funzionanti non buttateli!) abbiamo messo il programma nelle mani di Harriet: segretaria dell'ospedale che comincerà ad inserire i dati relativi ai pazienti e alle loro terapie.


Abbiamo chiuso tutti i punti che ci eravamo prefissati quando siamo arrivati qui, ma il codice va ancora migliorato. Penso che dobbiamo comunque ritenerci soddisfatti.... tu Ale ... che dici?


mercoledì 27 agosto 2008

Grazie!

Sono passati solo 10 giorni da quando siamo giunti in Matiri, ma il nostro contatore di contatti va ad una velocitá impressionate. Oggi alle 19 segnava più di MILLE contatti!


Inutile dire che una tale frequantazione del blog proprio non ce lo aspettavamo. Anzi sappiamo di persone che controllano piu' volte durante il giorno la presenza di nuovi post e di altri che rimangono online su Skype/GTalk/ICQ/MSN per sapere in tempo reale la pubblicazione di un nuovo post.

A tutti quelli che ci hanno lasciato un commento, a tutti quelli che ci hanno mandato mail di ammirazione, a tutti quelli che passano a leggere le nostre avventure... GRAZIE!

Happy birthday!!

Tanti auguri ad Ale, che ieri ha compiuto 27 anni (twenty seven years only....). Gli ultimi giorni sono stati animati da un alone di mistero che aleggiava alla casa del Tamarindo. Sonia e Stefania stavano cercando di organizzare una festa a sorpresa per Ale. Tentativo riuscito a metá, ma alla fine quello che conta é l'impegno.
Come tutte le cose, anche le feste sono lunghissime. Dopo cena, ci avviamo torcia alla mano verso il pub di Regina dove dovrebbe svogersi la festa a sorpresa. Quando arriviamo al locale é tutto buio, Ale dovrebbe credere che é chiuso e non c'é nessuno, ma una luce bluastra (tv o monitor) dal retro del locale tradisce la suspence che si era creata.


Veniamo accolti quindi nel cortile dove sono tutti lì ad aspettare il festeggiato, per l'occasione viene anche improvvista una console con portatile e casse, Dj e vocalist per animare la serata.


Dopo gli auguri di rito e il giro delle ordinazioni, inizia la festa vera e propria, birra a fiumi musica alta e l'immancabile trenino (ma perché c'é sempre?) a cui dobbiamo partecipare tutti. La serata continua tra balli, balletti e partite a biliardo. Nella prima Claudio dà sfoggio del suo estro battendo tutti, kenyota compreso e Ale fatica a convincere il padrone del locale che non vogliamo soldi per la vittoria (avremmo peró potuti prenderli per pagare qualche debito).
Fuori la musica continua e i giovani abitanti del villaggio fanno la coda per concedersi un ballo con Sonia e Stefania.


A tarda notte, quando ormai teniamo aperti gli occhi a fatica e il letto rappresenta uno dei nostri piú grandi desideri, parte l'ultima grande partita di biliardo: Mex e Erik (un giovane che abbiamo conosciuto qui) contro Sonia e Stefania (parzialmente ubriache). Dopo 45 minuti di tiri improbabili, ripetizioni, discussioni sul regolamento da usare finalmente la partita finisce e possiamo incamminarci verso casa illuminando la notte africana solo con una piccola torcia elettrica.


Siamo tutti stanchi e un pó brilli, Ale ha anche un anno in piú sulle spalle, quello passato qui a Matiri. Ma questa é la sua storia, non la nostra.

Per chi la volesse conoscere non deve fare altro che cliccare qui.


martedì 26 agosto 2008

Balli e canti

In un post precedente abbiamo parlato della funzione religiosa durante il matrimonio di sabato scorso. Il rito era quello cristiano cattolico recitato nella lingua locale (a parte qualche sporadica frase inglese del sacerdote).

La parte veramente diversa rispetto a quello a cui siamo abituati riguarda i balli ed i canti che accompagnano la cerimonia a cui difficilmente si riesce a restare indifferenti. Infatti, non sono riuscito a restare semplicemente a seguire la cerimonia: ben presto mi son trovato a battere le mani e muovermi al ritmo suggerito dal bongo del coro.

Ma le parole in questo caso servono a poco e siccome siamo dei Blogger professionisti, vi regaliamo due brevi filmati che dovrebbero rendere meglio l'atomosfera che si respira.



Piu' volte durante la cerimonia, un gruppo di bambine si mette in fila indiana in fondo alla Chiesa e poi cantando e ballando raggiungono l'altare. In questo video potrete godere anche di una perfomarce da consumato attore di colui che di fatto è diventato la mascotte di questo nostro viaggio: Mutuegi.



Molto belli i canti ed i ritmi, voi cosa ne pensate?

(si ringrazia Bobo per l'assistenza in fase di conversione e upload dei filmati)

lunedì 25 agosto 2008

Safari (dallo swahili: lungo viaggio)

Siamo in Kenya, terra nota per i gradi spazi, i parchi naturali e i famosi big five (elefante, giraffa, rinoceronte, ippopotamo e leone), che fortunatamente non vivono nel nostro giardino. Prima di dedicare gli ultimi giorni di permanenza a Matiri alla rifinitura del nostro progetto ci concediamo una giornata nella natura e agli animali con un Safari fotografico nel Meru National Park, un parco di medie dimensioni a poche ore di macchina (e mille buche) dal villaggio di Matiri.
Alle 4:30 ci svegliamo belli freschi e riposati per prepararci alla partenza prevista per le 5:00 di mattina. Quando usciamo il cielo sopra di noi é ancora stellato, l'aria é fresca e il silenzio surreale. Dopo aver saccheggiato la dispensa per la colazione (succo, biscotti e acqua) e aver lasciato il mio telefono a Sonia (il suo é stranamento rotto, come tutto ció che si accende e che gli viene dato in mano) ci avviamo verso il gate per incontrare Kithinji.


Poco dopo le 5:00 siamo pronti per partire e dirigerci verso nord, verso l'equatore e l'emisfero boreale. La strada tra Matiri e Meru é completamente sterrata, e in alcuni punti ci si chiede anche come sia possibile passarci indenni con il furgoncino. Man mano che andiamo verso nord il tempo si fa piú cupo e incontriamo anche qualche goccia di pioggia lungo la strada. L'aria é sempre fresca (dopotutto siamo in inverno) ma l'equatore e l'estate sono vicini.
Alle prime luci dell'alba raggiungiamo il cartello che indica che ci troviamo esattamente a metá strada tra il polo sud e il polo nord. Non possiamo esimerci da fare la classica foto da turisti.


Meru é il primo centro di una certa dimensione che vediamo da 8 giorni a questa parte, le nostre guide ci portano in un piccolo bar, di cui siamo i primi avventori della giornata, per fare colazione e comprare il pranzo da consumare nel parco. Come da tradizione il menú alla carta serve solo a darti l'illusione di poter scegliere, poi il cuoco preparerá piatti a sua discrezione. Il viaggio da Meru al parco non ricordiamo esattamente quanto puó essere durato, dopo la colazione a base di latte e frittate siamo crollati sui sedili del pulmino per risvegliarci solo a pochi chilometri dall'ingresso.

Dopo aver sbrigato le pratiche di ingresso e aver scroccato 500 scellini a Kithinji perché abbiamo finito i soldi (il numero di persone di cui siamo debitori ormai é incalcolabile) inizia il nostro Safari. Tutti affacciati dal tettuccio del pulmino, macchina fotografica in mano partiamo alla ricerca dei grandi animali africani. Per fortuna Kithinji ci aiuta ad individuare i diversi animali, noi probabilmente saremmo riusciti ad individuare solo elefanti e rinoceronti.


Uno dopo l'altro vediamo rinoceronti, zebre, antilopi, mandrie di bufali, un numero imprecisato di pennuti, giraffe e ippopotami. Vedere questi animali vivere pacificamente nel loro ambiente naturale toglie il fiato. I colori predominanti sono il blu, il rosso, l'oro e il bianco, gli spazi sono infiniti. Giriamo per tutto il giorno, nel parco ci sono 1000 strade e 100 guadi, ma il tempo vola alla ricerca di qualcosa di nuovo. Poco prima di pranzo passando lungo la riva di un piccolo fiume individuiamo (o meglio le nostre guide individuano) una leonessa che si riposa all'ombra. Ci fermiamo, facciamo le foto di rito e pranziamo nel pulmino (pollo e patatine unte) ammirando la nostra leonessa dall'altra parte del fiume.


É il prologo alla fine della giornata. Ormai é pomeriggio inoltrato e dobbiamo iniziare il rientro a Matiri, avremo comunque il tempo di bisticciare con l'autista di una scolaresca che non rispettava i limiti di velocitá nel parco, provare le solite inconfondibili emozioni lungo le strade asfaltate kenyane, perdere 2 ore per comprare la pompa per il pallone (senza l'ago...ma a che serve?), respirare 2 ore di polvere lungo le strade sterrate, essere rimbalzati da una parte all'altra del pulmino ad ogni buca e arrivare a casa per scoprire che la doccia (fredda) non funziona.

Ma tutto questo alla fine é bello ed é vero, e ci piace pure, perché dopotutto alla fine della giornata ci si ritrova tutti sotto la tettoia del tamarindo per cenare insieme. E poi alla fine arriva Sonia a rallegrarci e a incasinarci la serata con i sui discorsi confusi e sconclusionati. Ma a noi va bene cosí.

domenica 24 agosto 2008

Weekend a Matiri

Passano i giorni. Troppo velocemente. Sembra solo ieri che atterravamo a Nairobi e invece é giá una settimana che siamo a Matiri. Con la fine della nostra prima settimana di permanenza in Kenya é anche arrivato il primo fine settimana. Anche qui naturalmente ci si riposa un pó, cosí messi da parte i pc per qualche ora ci prepariamo a vivere un intenso (a nostra insaputa) weekend.
Sabato mattina c'é un matrimonio a Matiri, Sonia é tra gli invitati, cosí noi ne approfittiamo per assistere alla funzione in chiesa. Il matrimonio é previsto per le 10:00 di mattina, ma naturalmente lo scorrere del tempo e degli avvenimenti (pole pole, ricordate) qui ha un significato tutto particolare. Poco prima delle 10:00 siamo davanti alla chiesa agghindata a festa ma a parte noi non si vede nessuno, probabilmente é ancora troppo presto.
Per ammazzare il tempo Sonia ci invita a fare il giro di Matiri passando dalla circonvallazione est, un sentiero che partendo di fronte alla missione taglia il paese passando dietro la primary school per poi ritornare quasi al punto di partenza.
Appena iniziamo il cammino veniamo avvicinati da un personaggio completamente fuori di testa che inizia a seguirci e parlarci per tutto il tempo in un inglese incomprensibile. Il nostro nuovo amico oltre ad essere completamente pazzo di suo probabilmente é anche ubriaco (l'acolismo é un serio problema qui in Kenya). La nostra Sonia peró é sempre pronta a fare nuove amicizie, come dimostrano le immagini a corredo.


Ad un orario imprecisato tra le 10:30 e le 12:00 finalmente arrivano gli sposi, introdotti dallo strombazzare dei clacson delle macchine che giungono alla chiesa. Ogni piccolo gesto é veramente lento, l'entrata in chiesa richiede circa 20 minuti, e la messa durerá piú di 2 ore, forse troppo per le nostre abitudini culturali. La messa anche se lunga é affascinate, tutta cantata, con una gioia a noi sconosciuta, sono i fedeli (quasi tutti giovani) a scandire i tempi della funzione con solo pochi e sporadici interventi del padre della missione. Peró é lunga.
Fortunatamente la chiesa é piena di bambini che non riescono a stare fermi e sono attratti dalle nostre macchine fotografiche. Tra una foto ed un gioco con i bambini il tempo scorre velocemente.


Alle 14:xx la messa finisce, seguita dalle immancabili foto di rito con tutte le possibili permutazioni di parenti, amici e sconosciuti.


Ci intruffoliamo anche noi per rubare qualche immagine e qualche emozione ai novelli sposi.

Il Teo africano

Il Teo ha caratteristiche ben precise: se c'è da inciampare inciampa, se c'è uno spigolo lo prende con la tibia o con la spalla, se c'è un piede da pestare ci fa un piroetta sopra! Ma in terra d'Africa si è evoluto. In terra d'Africa tutto va pole pole (piano piano) e lo spirito libero che contraddistingue il Teo può esprimere appieno le sue caratteristiche.

Al mattino si sveglia e già sa che mettendo i piedi giù dal letto dovrà stare attento a non pestare nulla lungo il traggito verso il bagno. Ma niente paura, tutto ciò che è sparso in terra è suo, e quindi con una veloce occhiata riconosce ed evita gli ostacoli.

Una volta in bagno sembra non trovare mai quel famoso pulsante che, con una certa quantità d'acqua, elimina i nostri scarti quotidiani. Gliel'abbiamo detto più volte: "Teeeo! tira l'acqua!". Ma nulla, il risultato tutte le mattine è scontato, ma alla fine capiamo il perchè: il famoso pulsante è coperto dalle sue mutande del giorno prima. Ecchecavolo! Come fa a trovarlo?!?!


Uscendo dal bagno poi prende i pantaloni della sua valigia, la maglietta dal mio letto, le calze dal letto di Mex e le scarpe da in mezzo la stanza ed è pronto per un'altra giornata in terra d'Africa.

Oggi siamo andati al fiume Mutonga che scorre qua vicino a Matiri. Il programma è il seguente: guado del fiume, passeggiata, bagno, guado del fiume per il ritorno. Il guado si presenta subito impegnativo, pietre scivolose, corrente decisa ma con il consiglio della nostra guida locale Pepe l'impresa sembra fattibile: una sola regola: un passo alla volta! Il Teo è felice come tutti noi, l'aria è calda ma non afosa, l'acqua fresca e piacevole così parte nell'attraversata: a metà percorso l'imprevisto, il piede poggia male, il sasso è insidioso e via, si porta nell'acqua anche la Sonia, il suo cellulare e la sua macchina fotografica! (Maria tutto bene non si preoccupi!).


Il pomeriggio prosegue tranquillo fino al nostro ritorno a casa dove ci si prepara per la cena. Stasera pizza! Evvai! Chi impasta, chi taglia la mozzarella, chi prepara il pomodoro e chi apre le scatolette del tonno. Teo amante della pizza, soprattuto perchè qua si preparano solitamente cavoli e sukuma (altra verdura), si appresta nell'aprire proprio la scatoletta del tonno. Lo vedo uscire dopo pochi minuti dalla cucina con cerotto e fazzoletto insaguinato.

E' l'ultima espressione del Teo africano per oggi, ma in tutti c'è la certezza che il domani ci riserverà nuove emozionanti sorprese.

venerdì 22 agosto 2008

Why Why Why... Obama!

Come ogni esperienza che si rispetti, c'è una colonna sonora che l'accopagna e che la rende più intensa. In questi giorni, la programmazione selvaggia (Java l'è bello, ma l'è lento) viene resa più dolce dalle note raggae di un certo Coco Tea che ha dedicato una canzone su Barak Obama.

Barak è di origine Kenyota (la nonna sta ancora qui) e sembra che il Kenya stia riponendo molte speranza nell'eventuale elezione di Barak. Questa sera abbiamo fatto un giro in villaggio e siamo stati ospitati da Erick (uno dei calciatori della scorsa partita): ci ha offerto una soda (bibita) e ci ha detto che secondo lui in Kenya tutto cambierà con Obama. Speruma.

Comunque qui di seguito il video della canzone in questione.


La nostra DJ locale (si, sempre lei.. Sonia) consiglia anche:

Siamo qui anche per lavorare

Il vero scopo di questo nostro viaggio é cercare di aiutare qualcuno o comunque fare qualcosa che ci faccia credere di averlo fatto. Alla fine siamo tutti informatici, e nel nostro piccolo anche fieri di questo. Siamo consapevoli che qui dove siamo i problemi sono ben altri rispetto a quello che noi possiamo fare. Ma qui un pó serviamo anche noi. L'ospedale di Matiri in questo momento non dispone di nessun sussidio informatico per gestire pazienti, terapie, statistiche e tutto quello che puó essere utile ad eliminare un pó di materiale cartaceo.


Il nostro compito, per chi si fosse perso qualche puntata, é quello di evolvere e migliorare Open Hospital, un software open source sviluppato in Italia da parte di Informatici Senza Frontiere (ISF) a cui siamo debitori e che invito tutti voi che ci leggete a fare almeno un giro su Google per scoprirne i progetti.
Qui a Matiri, disponiamo di un collegamento satellitare a Internet (dalle performance ballerine) ed un comodo ufficio in cui lavorare.


Dopo i primi 2 giorni di sviluppo ci siamo peró trasferiti sotto il portico del tamarindo, la costruzione che ospita la cucina e le nostre camere, per lavorare all'aria aperta potendo ammirare il paesaggio mozzafiato del Kenya che si apre alle nostre spalle. Sicuramente questo é un modo di lavorare molto piú rilassante e stimolante rispetto ai grigi uffici che ci ospitano tutto l'anno.


Il lavoro sta procedendo bene, tra sessioni di sviluppo intense e piccole pause che ognuno di noi utilizza per ammirare il paesaggio come se fosse la prima volta che gli rivolge lo sguardo. Ogni tanto riusciamo a spezzare un pó la giornata quando Sonia ci porta a fare un giro nel villaggio, alla missione e all'orfanotrofio. Le immagini come sempre dicono molto piú cose che le parole per chi ha voglia di osservarle.

giovedì 21 agosto 2008

Kadwana market


Mercoledí é il nostro primo giorno libero. Senza un particolare motivo, é il terzo giorno che passiamo a Matiri, ci siamo ambientati un pochino e c'é una bella giornata. Qui tutto scorre intorno al profondo concetto di pole pole (lentamente) e noi per non mancare di rispetto alle usanze locali le facciamo subito nostre, 2 giorni di lavoro e 1 di pausa.
Approfittiamo dell'inaspettata pausa per accompagnare Sonia al mercato di Kadwana, un piccolo villaggio a circa un'ora di cammino da Matiri.
Insieme a questo improbabile quartetto si unisce al viaggio il nostro watchman (la guardia dell'ospedale) Joffrey che approfitta del viaggio per andare a trovare la moglie che lavora la mercato di Kadwana.
Il tragitto da qui al mercato si sviluppa su un lungo sentiero di terra rossa abbastanza pianeggiante lungo la base di Python hill, una piccola altura poco distante da Matiri.


Lungo il viaggio di andata incontriamo poche persone e Joffrey cerca di insegnarci i nomi di tutte le piante che incontriamo, naturalmete in swaili, mentre noi ne ignoriamo il nome anche in italiano.
Il viaggio é tranquillo, in alcuni momenti siamo rapiti dal silenzio piú assoluto, solo il vento e le nuvole che corrono sopra di noi sembrano poter modificare un paesaggio che pare immutabile nel tempo.
Quasi arrivati a Kadwana incontriamo le prime abitazioni fatte di fango seccato al sole e coperte da un tetto di paglia. Solo i sacchetti di plastica e qualche accessorio del XX secolo tradiscono quello che potrebbe essere uno sguardo su un passato tanto remoto quanto immutabile nel suo lento scorrere quotidiano.

Kadwana é un piccolo villaggio che si sviluppa tutti intorno ad un vivace mercato locale. Prima di iniziare il giro degli acquisti dobbiamo iniziare quello dei saluti visto che Sonia conosce particamente tutti. Ci fermiamo quindi a bere una soda in un baretto e l'accompagnamo con dei musumanu: dei dolcetti fatti di pasta fritta. Passiamo quindi a trovare la moglie di Joffrey che prepara e vende bicchieri di Porridge per gli avventori del mercato.


Solo Sonia ha avuto il coraggio di berlo.
Al mercato si vende di tutto, dalla frutta alle frecce per caccia e difesa personale, dal tabacco sciolto alla canna da zucchero e agli immancabili banchi di prodotti elettronici cinesi. Fungiamo anche un pó da attrazione turistica: tre nuovi visi pallidi da osservare e se si riesce anche da spennare. In ogni banco che ci fermiamo si forma un piccolo gruppo di persone intorno a noi intenti ad osservarci.


Mentre noi ci guardiamo in giro stupiti dal brulicare di attivitá che ci circondano, Sonia riempe il basket di prodotti locali che poi ci riporteremo in spalla a casa sgranocchiando per la prima volta una canna da zucchero.

mercoledì 20 agosto 2008

KNY 5 - ITA 5

E' bello sapere che a qualsiasi latitudine, con qualsiasi condizione economica e sociale ci sia sempre qualcuno disposto a tirare calci ad un pallone, anche quando il pallone si fa fatica a trovare e a gonfiare.




Mattia e Teo in fase di gonfiaggio


Ma così è. Alle 17, nel cortile della Mission, 6 baldi italiani (tra cui Sonia, che ci ha stupito con i suoi colpi di testa involontari) ed un numero imprecisato di kenyoti si sono dati battaglia in mezzo ad una terra rossa come il fuoco.

Partiamo subito bene: Italia 1 - Kenya 0, dopo 10 minuti. La nostra fama calcistica ci ha raggiunto anche qui: subito dopo il nostro goal, un kenyota pronuncia la fatidica parola deridendoci: "Catenaccio".




Teo sfodera la mossa segreta dell'ariete


Ed in effetti ci abbiamo pensato: i ragazzini snelli e scalzi si trovano molto a loro agio sulla terra. Un paio riusciva bene anche tecnicamente. Comunque abbiamo gestito bene la partita riuscendo anche a raggiungere un parziale di due goal di vantaggio.




Mex in fase di rifinitura


Comunque alla fine il pareggio è stato giusto e la partita è riuscita benissimo: grande sportività da parte di entrambi gli schieramenti.

Nota doverosa di cronaca calcistica: il kenyota non mi batte i corner a proprio favore. Eravamo noi ad invitarli ad andare a batterli.

martedì 19 agosto 2008

Matiri village

Matiri é un piccolo villaggio situato a circa 9' sotto l'equatore, non ci sono strade asfaltate per raggiungerlo, non ci sono illuminazioni notturne e da pochi mesi é arrivata l'elettricitá.
Per le stradine del villaggio girano liberamente polli, galline, capre e mucche magrissime, incredibile come ognuno riesca alla fine della giornata a riconoscere le proprie (se ci riesce).



Lungo le strade polverose del villaggio veniamo guardati con curiositá e indifferenza. Alcuni si fermano e ci salutano, per altri siamo come fantasmi, invisibili.



Il villaggio, pur nella sua semplicitá é dotato di tutti i "comfort" di una moderna cittadina, ci sono negozi di cianfrusaglie, "hotel", ristoranti, alcuni pub, la scuola, la chiesa, il negozietto dei souvenir, l'immancabile organizzatore di safari e naturalmente l'ospedale che ci ospita.



Il paese durante la giornata brulica di attivitá, chi lavora nell'ospedale o nella missione, chi manda avanti la propria attivitá e chi semplicemente vaga per le strdata apparentemente (e probabilmente) senza meta. I ritmi naturalmente sono molto lenti, il tempo qui si dilata e sono lontani i ricordi dei ritmi della nostra vita. In questo paese la vita gravita intorno ai tempi dell'uomo, non della macchina. Anche una semplice attivitá come raggiungere il mercato puó richiedere ore, potendo contare solo sulle proprie gambe.

Oggi per la prima volta da quando siamo arrivati, abbiamo la possibilitá di fare un giro nel villggio nella piena luce del sole. Il colore rosso della terra bruciata dal sole colora i villaggio di un atmosfera nuova, diversa da quella vista al tramonto (che qui dura dai 3 ai 5 minuti) dei giorni precedenti.
Oggi abbiamo assaggiato una piccola fetta di vita africana!